Sostenibilità

Consumi. Quanti Tir per farci bere. Quest’acqua è troppo gasata

In Valtellina arrivano 200 autoarticolati ogni giorno per trasportare la Levissima. Ma l’acqua in bottiglia mobilita 100mila camion in tutt’Italia. Non ci sono alternative?

di Ida Cappiello

Quando Reinhold Messner prestò la sua immagine alla pubblicità dell?acqua minerale Levissima, forse non sapeva che la bevanda ?altissima e purissima? inquina pesantemente quelle splendide montagne che fanno da sfondo alla bottiglia nello spot televisivo. Stiamo parlando non dell?acqua, ovviamente, ma delle centinaia di Tir che partono tutti i giorni dall?impianto di imbottigliamento Levissima, nel cuore della Valtellina, a Cepina, a 1100 metri di altitudine, per portare le bottiglie nei luoghi di consumo. “Sono almeno 200 gli autotreni che attraversano la valle”, denuncia Ettore Armanasco della sezione di Sondrio di Legambiente. “Se aggiungiamo il fatto che tutti i camionisti vanno a fare rifornimento a Livigno, zona extradoganale, per risparmiare 45 centesimi al litro, possiamo immaginare il delirio di traffico di questa zona. E il contingente di gasolio a prezzo duty free continua ad aumentare”.
Uno scenario che si ripete, zona franca a parte, in tante altre località di montagna. Solo i marchi che fanno capo al gruppo Nestlé (oltre a Levissima, Recoaro, Panna, San Bernardo e molti marchi locali) hanno venduto nel 2002 quasi tre miliardi di litri d?acqua. Per trasportarli ci vogliono almeno 100mila Tir. Un mezzo a pieno carico, con più o meno 17mila bottiglie di acqua, consuma un litro di carburante ogni 3,5 km: dunque per percorrere, ad esempio, i 500 km necessari per portare l?acqua da una fonte come Levissima a Roma, consuma quasi 150 litri di carburante. Tra andata e ritorno, magari a vuoto, questo esercito di bisonti della strada scarica nelle valli di montagna e in giro per l?Italia enormi quantità di anidride carbonica (responsabile dell?effetto serra), ossido di carbonio, ossido di azoto e polveri sottili.
è il tributo da pagare a quella che potremmo chiamare ?nazionalizzazione? del mercato delle bollicine, indotta dal crollo dei costi del trasporto su gomma avvenuto negli ultimi anni. Secondo le analisi della rivista Tuttotrasporti, oggi noleggiare un Tir costa un terzo in meno rispetto a dieci anni fa, a causa della liberalizzazione del mercato. Per un?azienda del settore, ciò significa poter mandare le bottiglie molto più lontano allo stesso costo, al limite in tutta Italia, facendo crescere il proprio business. Il rovescio della medaglia del boom di marketing, però, è quello che abbiamo descritto. Essere consumatori responsabili di acqua minerale, allora, se proprio non ne possiamo fare a meno, significa anche scegliere marche provenienti da luoghi vicini a noi: è facile, perché l?Italia è disseminata di fonti, e sull?etichetta è sempre riportata, a norma di legge, la località di provenienza. Se poi vi piace il fai da te e vi capita di andare in Svizzera, la catena di supermercati Migros ha messo in vendita un apparecchietto da collocare sulla bottiglia d?acqua del rubinetto, che la fa diventare frizzante.

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